Qualche evento ritenuto miracoloso dovette riguardare l’immagine venerata della Vergine che allatta Gesù Bambino nella cappella Madonna della Neve. Lo testimonia la presenza di scritte devozionali antiche sull’affresco e la presenza di numerosi – seppur poverissimi – cuori-ex voto appesi alle parti di quella che sarebbbe poi diventata la sacrestia della cappella della Visitazione. I documenti ci indicano che la vetusta cappelletta medioevale fu abbattuta completamente per far posto alla nuova fabbrica barocca; ma è pur noto che l’arch. Vittone, quando trovava murature sane, le riutilizzava per far risparmiare il committente. Secondo me, quindi, il vano rettangolare che oggi è adibito a sacrestia corrisponderebbe a parte della cappella Madonna della Neve: e l’affresco cinquecentesco non sarebbe stato dipinto su un pilone, come certa tradizione recente suggerisce, ma su un muro dell’edificio sacro primevo. Testimonianza eloquente delle evenienze miracolose è il titolo di santuario che oggi caratterizza la nuova cappella vittoniana.
E ora una nuova suggestione. Una delle scritte antiche cita “Ludovicho Re”. Ora, noi sappiamo che il nome Ludovico deriva dal tedesco Ludwig, che a sua volta è l’evoluzione dell’antico nome francone Hlodowig, che si componeva dei vocaboli hloda (=gloria, fama) e wig (=battaglia) con il significato complessivo di glorioso combattente, famoso soldato. Da Hlodowig discesero anche Clodoveo, attraverso il latino, mentre attraverso l’antico francese Clovis, poi Looïs, derivarono Aloisio (con il femminile Eloisa e la forma dialettale tipicamente veneziana Alvise), Aligi ed il più comune Luigi.
Sappiamo che nel 1502 la duchessa Bianca dei Paleologi del Monferrato, vedova del Duca Carlo I di Savoia e reggente gli Stati Sabaudi per il piccolo Carlo Giovanni Amedeo, ospitò il re Luigi (Ludovico) XII di Francia nel castello di Carignano: il sovrano l’aveva conosciuta, quand’era ancora duca d’Orleans, durante le imprese di Carlo VIII in Italia. Di ritorno da Milano, venerdì 9 settembre, Luigi XII soggiornò nel castello, che per l’occasione subì restauri ed abbellimenti. Bianca offrì un lauto banchetto, per il quale, non senza difficoltà, si procurò gran copia di pesci, anche di paesi lontani come ebbe a scrivere Goffredo Ferrero, tesoriere di Savoia dal 1501 al 1503 e figlio del ben più noto Sebastiano, originario di Biella. Grazie alle ricerche dell’amico Michelangelo Ferrero, è emerso un importante documento nell’Archivio Comunale di Virle Piemonte, che nel XVI secolo era un notevole avamposto politico-strategico sulle strade che portavano a Torino, non ancora designata dai duchi sabaudi a capitale degli Stati, ma comunque di una certa importanza per i Savoia e per Bianca, che aveva da poco posto la pietra di fondazione della nuova cattedrale. Il documento virlese ci dice che il giorno 10 del mese di settembre anno 1502 il prelibato serenissimo re di Francia salutando sorridente transitava per Virle.
Benché gli storici adottino oggi la forma “Luigi” nel tradurre il nome del re in italiano, uniformandolo così agli altri monarchi francesi, egli non l’adottò mai: in Italia fu sempre conosciuto come il duca “Ludovico d’Orliens”, poi come “re Ludovico XII”.
E se il re Luigi XII, nel suo passaggio sulla vecchia strada che da Carignano recava a Virle si fosse fermato alla cappella Madonna della Neve per un momento di preghiera? Certo, è solo una suggestione, ma il graffito sull’affresco potrebbe rivelare una storia nascosta. La stessa dicitura “Ludovicho” e non “Lodovicho” ci indica che il personaggio citato apparteneva alla nobiltà, perchè la seconda versione era in genere riservata solo al popolo, anche se “Re” è anche un cognome piemontese, con alcune varianti (tra cui “Rege”). Se la supposizione fosse vera, e la data del transito verso Virle è notevole, potremmo realmente datare l’affresco al 1500 o al massimo al 1501, e già nel 1502 reso famoso per un miracolo che trattenne in preghiera un re. Se veramente Jacobino Longo fu l’autore dell’opera pittorica, sappiamo che già nel 1508 firmava la “Natività” nella chiesa San Sebastiano di Pecetto Torinese.
E con questo, anche per stasera ho finito. Vi attendo, tra qualche settimana, per l’ultimo articolo sulla cappella Madonna della Neve in località Valinotto.