Alla reggia di Venaria Reale, negli ambienti attigui alla Chiesa S. Uberto, in questi giorni di festività sono esposte, dopo il restauro, due preziose tele, provenienti dai depositi del Castello di Moncalieri e trasferiti poi alla Reggia di Racconigi. La storia di questi due quadri è molto interessante.
La prima tela, “Gesù tra i dottori” è attribuita al pennello di Giovanni Battista Beinaschi o Benaschi (Fossano o Torino, 1636 – Napoli, 1688). L’attribuzione è stata avanzata da Rossana Vitiello, funzionario storico dell’arte che ha diretto i primi interventi di restauro, ed è stata proposta nel 2010 in occasione della mostra “Memorie del sacro nelle colezioni del Castello di Racconigi”. A causa del suo cattivo stato di conservazione, l’olio su tela fu trasferito dalle collezioni dinastiche al Castello di Moncalieri (1923, inserimento nell’elenco dei beni da scartare): tra gli anni ’30 e ’40, fu portata a Racconigi. Non è noto un viaggio a Torino del pittore Beinaschi negli anni di esecuzione del quadro (1675-1680): l’artista era a Roma già nel 1652, e dal 1664 risiedette a Napoli.
La seconda tela (olio su tela) raffigura “La Sibilla annuncia ad Augusto l’avvento di Gesù” ed è attribuita all’Atelier di Pietro Berrettini detto da Cortona: è una replica fedele, seppur di minori dimensioni, del quadro di analogo soggetto oggi al Musée des Beaux Arts di Nancy, dipinto da Pietro da Cortona (Cortona, 1597 – Roma, 1669) negli Anni ì50 del Seicento su commissione di Louis Phélypeaux de la Vrillièere, che si era rivolto ai migliori artisti del tempo (Guercino, Guido Reni, Carlo Maratti, Nicolas Pouissin…) per comporre un ciclo pittorico basato su fatti eroici dell’antichità e destinato all’Hotel de la Toulouse di Parigi. La nostra replica è la più piccola tra quelle oggi note dell’originale di Nancy: le altre versioni sono conservate alla Royal Collection di Hampton Court nel Regono Unito e al Ringling Museum di Saratota in Florida. Una piccola iscrizione (s. 15) ci dice che il quadro era stato tra i beni selezionati nel 1923 per essere scartati dal Castello di Moncalieri, per il pessimo stato di conservazione. Trasferito a Racconigi tra gli anni Trenta e Quaranta, è stato di recente restaurato a Venaria.