Cento anni fa, il 14 luglio 1921, il tribunale di Dedham (Massachusetts) giudicava Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti colpevoli della rapina consumata il 15 aprile dell’anno precedente a South Braintree, drammaticamente conclusasi con un duplice omicidio. La sentenza
definitiva arrivava sei anni dopo, nel 1927 e prevedeva per i due la condanna a morte, che veniva resa esecutiva, nonostante proteste e petizioni sostenute in tutto il mondo, nella notte tra il 22 e il 23 agosto successivi.
Nick e Bart (così come i due venivano chiamati dagli americani) non erano responsabili dei reati dei quali erano accusati ma l’ottusità e la caparbietà reazionaria del presidente del tribunale e la vergognosa condotta accusatoria del procuratore distrettuale riuscivano ad imporsi sulle istanze del loro pur valido collegio di difesa.
Sacco e Vanzetti, come documentano i cognomi, erano italiani. Il primo, pugliese di Torremaggiore; il secondo piemontese di Villafalletto.
In prossimità della scadenza dell’anniversario dell’esecuzione capitale e nel centenario della condanna la comunità di Virle Piemonte organizza, nella serata di venerdì 27 agosto, alle ore 21, presso il giardino del castello dei conti Piossasco, un incontro con Luigi Botta (storico del caso Sacco e Vanzetti), Giovanni Vanzetti (nipote di Bartolomeo) e Lidia Vanzetti sul tema «Da Virle a Boston – A 100 anni dalla condanna a morte di Bartolomeo Vanzetti», nel corso del quale si discuterà del caso con l’ausilio di materiale audiovisivo.
La scelta di Virle non è casuale: l’incontro sarà l’occasione per portare all’attenzione dei presenti il risultato di approfondite ricerche genealogiche svolte dalla Sig.ra Lidia Vanzetti che documentano come la famiglia Vanzetti, sin da tempi molto remoti, abbia mantenuto costantemente il proprio domicilio proprio nel Comune della piana torinese, lasciando significative tracce di questo suo passaggio.